NATURA E REALIZZAZIONE
tra
Oriente e Occidente
In innumerevoli contesti la
natura è stata considerata in uno stretto rapporto con la pratica
interiore, e questo non stupisce: la sua realtà, così
all’insegna dell’originario, dell’intoccato dalla dimensione della
civiltà e della cultura, la sua selvatichezza primordiale
frequentemente sono state accostate a quella dimensione primigenia e
archetipica propria di un altro tipo di natura, ovvero quella
dimensione che dimora nell’essere umano, altrettanto pura e perfetta
a cui tornare, da abitare nel proprio percorso realizzativo.
E allora in che senso, ci si è
chiesti sovente, essere nella natura può travasarsi in un intimo
dimorare in se stessi? Attraverso quali vie lo stare in essa conduce
all’essere essi stessi natura? Si può parlare di pratiche nelle
quali l’accasamento nella natura si trasfigura in una reintegrazione
nella propria verità più arcana? Ed è possibile pensare addirittura
a percorsi che da un abbandono pieno alla sua realtà conducano a
un’esperienza di una sovra-natura?
Spesso questo rapporto ricco e
multiforme è stato indagato da importanti tradizioni orientali, come
ad esempio l’induismo, il taoismo, lo zen o il tantrismo ed
esplorato da esponenti ed epigoni contemporanei di queste
tradizioni, come ad esempio Gary Snyder, Charles Berner, Jiddu
Krishnamurti, Eckhart Tolle, Nathalie Delay, Eric Baret, Alan Watts,
Peter Matthiessen, Osho, Tagore, …
Una simile esplorazione la
incontriamo anche nel mondo occidentale (in ambito filosofico,
psicologico e mistico-cristiano), fino ad arrivare all’età
contemporanea, con nomi come quelli di Alexander Lowen, Jung,
Wilhelm Reich, Raimon Panikkar, Teilhard De Chardin, Ralph Waldo
Emerson, Etty Hillesum, Martin Heidegger, Maria Zambrano.
Non possiamo poi dimenticare
quelle grandi figure che non si sono associate a una scuola
filosofica particolare o a una tradizione spirituale specifica e che
invece possiamo definire grandi praticanti e teorici della natura
come Viktor Schauberger (che influenzò una certa teoria
craniosacrale) o la fondamentale figura della Deep Ecology,
quale fu Arne Naess. Oppure Reinhold Messner o David Le Breton.
Altre volte intuizioni di grande
profondità riguardo a un lavoro all’insegna dell’abitazione nella
natura come stato di ascolto della nostra interiorità le
rintracciamo anche nell’ambito della letteratura: André Gide,
Fernando Pessoa, Ralph Waldo Emerson, Johann Wolfgang von Goethe, …
Aiutati e sollecitati da queste
grandi tradizioni e da questi grandi maestri, ci inoltreremo in una
esplorazione nella quale la natura si rivelerà essere luogo,
percorso e oggetto di realizzazione, mistero indicibile additante al
sacro e silenzioso spazio della nostra primitiva verità.
Il percorso è strutturato in
quattro moduli:
1)
Natura, luogo di silenzio e sacro
2)
Bellezza e contemplazione tra gli
eventi del creato
3)
Dall’ascolto della realtà al vuoto
dell’io
4)
Il mistero naturale e l’abbandono al
divino
Calendario degli incontri
Martedì 7
Ottobre, ore 20:00
Martedì 21
Ottobre, ore 20:00
Sabato 25
Ottobre, ore 15:00
Martedì 4
Novembre, ore 20:00
Martedì 18
Novembre, ore 20:00
Sabato 22
Novembre, ore 15:00
Martedì 2
Dicembre, ore 20:00
Martedì 16
Dicembre, ore 20:00
Sabato 20
Dicembre, ore 15:00
Martedì 30
Dicembre, ore 20:00
Martedì 13
Gennaio, ore 20:00
Sabato 17
Gennaio, ore 15:00
Iscrizioni aperte fino al 5
Ottobre 2025
Trovi
qui costi e modulo di iscrizione.
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