LA VIA DELLA QUIETE
tra
Oriente e Occidente
durata corso: 20 ore
Come, abitando la realtà, si può fare esperienza dell'Assoluto?
Come, vivendo la quotidianità delle cose, è possibile un'esperienza
realizzativa?
La dimensione dell'ordinario è stata spesso pensata nella storia
della spiritualità come ostacolo alla pratica interiore. Sono state
pensate e seguite allora vie all'insegna della fuga dal mondo, del
più radicale ascetismo rispetto ad esso. Ma altrettante volte noi
troviamo nella storia della filosofia, delle religioni, delle
mistiche, vie alla realizzazione che proprio nella realtà
rintracciano il loro luogo primo di elezione. E allora non sarà più
l'ascetismo dalla realtà stessa, ma da un modo di esperirla,
viverla, sentirla, sempre all’insegna del fare, del giudizio e della
volontà di accaparramento.
Sarà un permanere nella più semplice ordinarietà della vita, ma
attraverso un radicale percorso di rivoluzione della mia mente. Una
mente che è sempre nella ricerca, nella resistenza e schiava del
tempo; una mente alla quale, in questo nuovo suo porsi all’insegna
della propria nudità, si rivela una realtà non-duale. Una mente che
svela in se stessa un luogo di silenzio per potere riconoscere nel
mondo delle cose un fondo di quiete. E quando il silenzio della
mente incontra la quiete della realtà, accade un rapporto di
profonda intimità tra le due, un rapporto di pieno abbandono
fiducioso.
La realtà allora diviene custodia dello stato di una mente in calma.
Indicazioni importanti in questa direzione ci provengono da
tradizioni quali ad esempio lo zen, il taoismo, lo dzogchen, la
mistica cristiana, il bushido, ma intuizioni decisive possiamo
rintracciarle anche in maestri e autori contemporanei e di
estrazioni diversa come Simone Weil, Raimon Panikkar, Carlos
Castaneda, Martin Heidegger, Jiddu Krishnamurti, Eric Baret,
Byung-Chul Han o Sri Aurobindo.
Da queste fonti rintracceremo percorsi di ricerca e di pratica, di
disponibilità a quel mistero esperito da uno sguardo che, fattosi
semplice, si riposa nel reale, arreso al suo vasto oceano di
non-sapere. Qui ha sede la verità del sacro.
Il percorso è strutturato in quattro moduli:
1) Esistenza e smarrimento. Posarsi nel mondo.
2) L’inquinamento, il suo rumore. La silenziosità dello sguardo.
3) Il reale come apertura al proprio segreto. Resa al cielo
interiore.
4)
Mistero e sacro. Il vuoto e la grazia.
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